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martedì 16 novembre 2010

La 'prima' teatrale, ovvero il peggio in scena

Se a teatro vogliamo essere quasi totalmente sicuri di imbatterci in una stecca del cantante o in un vuoto di memoria dell'attore o in chissà quale altro accidente scenico, allora dobbiamo assistere alla famigerata 'prima'.
Questo post vuole smontare la diceria secondo cui la migliore performance teatrale avviene alla prima, e lo faccio a ragion veduta e spiegando i motivi storici e sociali che hanno codificato questa grande fandonia.
C'è poco da fare, quando una compagnia di teatro inaugura uno spettacolo che va per la prima volta in scena, davanti a un pubblico pagante, tutti, ma proprio tutti, vanno in fibrillazione, ed è giusto che sia così, è naturale. Gli attori sono tesissimi e dietro le quinte, nei camerini, ognuno teme di scordare la propria parte. Molti di loro li vedi che ripassano soltanto la prima battuta, quella dell'avvio emotivo, perché se ricordi quella il resto dovrebbe andare da sè. Lo scenografo prega affinché gli 'spezzati' reggano o che i 'praticabili' non tradiscano. Gli orchestrali controllano in modo maniacale se gli spartiti sono in ordine, se le ance di ricambio sono a portata di mano... Eppure è stato tutto provato e riprovato, fino alla nausea. Niente da fare, ad una 'prima' l'emozione è talmente forte che, guarda caso, succede quasi sempre qualcosa.
E nel migliore dei casi? Magari non crolla una quinta e i cantanti non steccano, ma tutti gli artisti non dànno mai il meglio di loro stessi, ed è logico, gli attori sono tesi e, anche se non lo fanno vedere, nella loro testa c'è un pensiero fisso, una domanda ricorrente: 'cosa c'è dopo'? La naturalezza va a farsi benedire e il meccanicismo viene percepito anche dal pubblico, almeno da quello più avvezzo e scaltro. L'intera rappresentazione rischia sovente di non venire vissuta dagli attori con la serenità dovuta -seppur relativa-, ne consegue l'errore, anche di interpretazione, la distorsione di quella cadenza che si è provata per così tanto tempo.
Tutto ciò, ripeto, è assolutamente normale. Ma allora perché questo mito della 'prima'?
E' un'eredità lasciataci dalla 'buona creanza borghese' che per secoli ha imposto le sue regole anche al popolo (ma è chiaro che il popolo aveva ben altro a cui pensare, piuttosto che assicurarsi di avere le scarpe sempre lucide). Per non andare troppo indietro nel tempo, mi riferisco all'epoca dei fasti teatrali, all'Ottocento del 'Grand Opéra', alle 'soirées galantes', quando la ricca borghesia annoiata e con il ventre schifosamente pieno si faceva ammirare nei teatri lirici, sfoggiando perle caraibiche e gemelli d'oro. La 'prima' era la serata dei ricconi, è stata inventata per loro, era il salotto esclusivo. Tutte le altre repliche, man mano che si svolgevano, erano appannaggio dei ceti via via sempre meno abbienti. Il popolo affamato, naturalmente, non entrava mai in un teatro lirico, se non per ramazzare la cenere e lustrare i lumi (e questi poveracci erano già fortunati, infatti ci si poteva trovare anche qualche orecchino tra i fauteuils).
E siccome la società attuale è ancora legata a molte regole borghesi (spesso riproposte persino in tv, come l'uso del 'bon ton'), rimane ancora oggi questa falsa convinzione che ogni 'prima' teatrale sia la migliore, solo perché riservata a politici, industriali, banchieri, finanzieri, vescovi, generali, affaristi di oscura natura, puttane d'alto bordo... Ma va da sè che a gente del genere non interessava quasi nulla del gesamtkunstwerk di Wagner, quanto piuttosto a fare passerella e a mostrarsi nel palco di famiglia e in 'buoni rapporti con'. Uno squallore infinito che mi porta a dire che il vero teatro fosse piuttosto (ed è ancora) quello che avveniva al di là del proscenio e non già sulle sacre tavole di Diòniso.
Se invece volete godere appieno di uno spettacolo montato veramente bene, potete fare solo due cose: o vi fate dare un permesso per assistere alle prove generali che si svolgono sempre senza pubblico e a porte chiuse (la migliore performance in assoluto, secondo me, se siete degli esperti di teatro) , oppure andate almeno alla quinta replica!

martedì 28 settembre 2010

Cos'è la meritocrazia? Premessa ad un buon articolo

Che la si sbandieri ai quattro venti, in questi ultimi anni, è davvero sotto gli occhi di tutti. La meritocrazia. Ma cos'é la meritocrazia secondo questo governo? Cos'è, invece, realmente? Ebbene, esiste un articolo davvero illuminante che risponde in modo esaustivo a queste domande e lo fa con l'acume e l'accortezza di chi CONOSCE. E infatti l'autore dell'articolo mette in luce anche l'aspetto di SUPERFICIALITA' che i rappresentanti del governo (o chi per essi) hanno nell'atto di spiegare alla gente i termini della meritocrazia. E qui casca l'asino! Se si va ad analizzare il significato di meritocrazia secondo la propaganda, si scopre che quello stesso significato non solo è riportato in maniera distorta, ma viene espresso anche in modo elementare, banale, superficiale. Le nuove generazioni che il governo vuole ottenere (la scelta del verbo non è casuale) sono proprio quelle che non riuscirebbero mai a individuare le banalità del governo, sono quelle che, allevate a pane, reality e militarismo, prenderebbero per buona qualsiasi mediocrità propagandata.
Così l'autore di quell'articolo rimarca la sufficienza interpretativa di tale Roger Abravanel, collaboratore del ministro Gelmini, il quale ha scritto anche un libro sulla meritocrazia. L'autore dell'articolo prende in analisi le parole di Abravanel e dimostra quanta superficialità ci sia nella propaganda di regime che utilizza la parola 'meritocrazia' soltanto per avanzare un progetto meramente e squallidamente economico.
Questa è una premessa, l'articolo si trova QUI

PS. Roger Abravanel è colui che sostiene che se la scuola italiana non funziona, non è colpa dei tagli alle risorse, della sparizione delle materie, dell'ammanco dei laboratori e di tutto il resto, ma è colpa dei docenti, dai quali bisogna quasi prendere le distanze.

domenica 12 settembre 2010

Anche io ho i miei limiti

Io conosco persone che nutrono un sincero sentimento di affetto nei confronti degli animali. Gli animali sono anime nobili, come di solito le persone che se ne prendono cura.
Un pomeriggio, viaggiando serenamente in automobile con una signora che guidava, si parlava del problema dell'abbandono dei cani in autostrada e, più in generale, di maltrattamenti sulle beste. Questa signora era evidentemente sofferente (lei adora gli animali, e anche io), mi diceva che a casa sua, nel suo giardino, aveva accolto con amore anche una capretta. Poi di colpo inchioda. Il suo volto era diventato rabbioso. Le ho chiesto cosa stesse succedendo e lei mi ha risposto che avrebbe tanto voluto investire e ammazzare alcuni marocchini che erano all'angolo della strada.
Queste cose io non riesco proprio a capirle, ognuno ha i propri limiti.

mercoledì 30 giugno 2010

1° luglio, rincari e sacrifici (ancora, sempre, comunque)

Il tg2 dà notizia di un abbassamento (piccolissimo) delle tariffe elettriche a partire da domani. Falso. Dal 1° luglio, invece, scattano le fasce orarie per l'elettricità. Per risparmiare qualcosa bisognerà fare la lavatrice di notte, di sabato o di domenica. Questo per agevolare le industrie che lavorano durante il giorno. Cioè, per far risparmiare energia allo Stato, vengo limitato della mia libertà di fare il bucato quando voglio, a meno che io non mi sobbarchi la tariffa più alta della prima fascia mattutina. Bella roba! Allora vi dico una cosa: con questa scusa del risparmio energetico stiamo facendo arricchire uno Stato autoritario che agevola soltanto i soliti noti. Sì, perché sono decenni che ci dicono di risparmiare, su ogni cosa, ma di benefici io non ne ho mai visti! Intendo... nel mio portafogli, concretamente! Risparmiare energia... per il bene di chi? Della mia bolletta di sicuro no! Il beneficio di questi NOSTRI risparmi va tutto alle casse dello Stato. Vaffanculo! E' come la storia del riciclo dei materiali: io riciclo la plastica, poi le fabbriche (che utilizzano la mia plastica riciclata e che quindi risparmiano sulla materia prima) non abbassano mai il prezzo dei loro prodotti, semmai aumentano sempre. Vaffanculo! E' tutta una presa in giro! Lavoriamo e ci sacrifichiamo per quattro cialtroni che comandano! Cazzo, io voglio essere libero di lavare i panni alle 10 di mattina di un martedì lavorativo, senza dover pagare di più! Io voglio che dalla mia plastica riciclata vengano fuori prodotti che costano meno! Il giusto! E da oggi non farò più la raccolta differenziata, se hanno bisogno della mia plastica bella e pronta mi dovranno pagare, altrimenti se la vadano a cercare da soli nei rifiuti organici e nell'umido! La stessa cosa vale per la carta e l'alluminio! Facciamo che adesso comandiamo noi e le regole le dettiamo noi, va bene?
E dal 1° luglio aumenteranno pure le tariffe del gas e i pedaggi autostradali. Proprio un bel giorno, il 1° luglio! Mavammorìammazzato, Stato!

sabato 10 aprile 2010

La formula di giuramento del segreto pontificio

Attraverso la seguente formula, tutti i sacerdoti sono tenuti a mantenere il segreto pontificio in merito ai fatti di pedofilia loro concernenti. Si tratta di un giuramento solenne e grave, con il quale viene ancora sancita la distruzione morale e fisica di tantissimi innocenti:
'Io… alla presenza di…, toccando con la mia mano i sacrosanti vangeli di Dio, prometto di custodire fedelmente il segreto pontificio nelle cause e negli affari che devono essere trattati sotto tale segreto, cosicché in nessun modo, sotto pretesto alcuno, sia di bene maggiore, sia di causa urgentissima e gravissima, mi sarà lecito violare il predetto segreto. Prometto di custodire il segreto, come sopra, anche dopo la conclusione delle cause e degli affari, per i quali fosse imposto espressamente tale segreto. Qualora in qualche caso mi avvenisse di dubitare dell’obbligo del predetto segreto, mi atterrò all’interpretazione a favore del segreto stesso. Parimenti sono cosciente che il trasgressore di tale segreto commette un peccato grave. Che mi aiuti Dio e mi aiutino questi suoi santi vangeli che tocco di mia mano’.

La formula qui presentata è tratta dall'articolo di Flores d'Arcais che invito a leggere per intero.

martedì 30 marzo 2010

sabato 27 marzo 2010

Ma quali anarchici?

Puntualissime arrivano, in periodo di elezioni e in piena fase critica per il governo Belusconi, lettere minatorie ai ministri, buste esplosive ai partiti razzisti, proiettili a Berlusconi... E' ridicolo constatare, poi, che questi avvertimenti vengono puntualmente ritenuti di matrice anarchica. Anche un bambino capisce che si tratta di un'operazione finalizzata a screditare chi davvero vuole la Libertà. Eh già! Facile dire 'sono stati gli anarchici'! Ma ci prendono davvero per idioti?
Intanto, personalmente non credo neppure all'esistenza di queste minacce, figuriamoci a quelle presunte firme. Si potrebbe dire: 'ma l'esplosione alle poste c'è stata davvero'. Concedetemi il lusso di pensare che quello scoppio, se c'è stato, è stato progettato a tavolino. L'impiegato si è ferito? Beh, probabilmente un impiegato ben pagato e rassicurato (che l'esplosione lo avrebbe forse leso leggermente) lo si trova facilmente, dipende dall'ammontare dei soldi. E noi sappiamo che Berlusconi, quando è il caso di corrompere... E in periodo elettorale si fa laqualunque. Ma poi, che ne sappiamo noi dell'esplosione? Le notizie si costruiscono con facilità e io sono troppo disilluso per credere ad ogni cosa detta dai media.
Diciamolo francamente, come si può credere alla fandonia di una minaccia che arriva in tempo di elezioni e firmata dall'avversario politico? Tra l'altro, dico io, non ha neppure senso firmarsi.
Ma secondo voi, ragioniamo, può un anarchico firmare una minaccia al governo sotto elezioni? Sarebbe come darsi la zappa sui piedi. In realtà queste minacce hanno i seguenti scopi:
1) Far vedere che la parte politica opposta al governo è cattiva
2) Far percepire il governo come 'parte offesa', quindi da difendere
3) Dare al governo visibilità nei media, quando ci dovrebbe essere un silenzio stampa per via delle prossime elezioni
4) Dare al governo il pretesto di militarizzare ulteriormente il Paese (utilizzando la parolina magica 'sicurezza')
5) Rinnovare gli stupidi stereotipi legati all'anarchia e agli anarchici.
6) Costruire e alimentare l'odio verso le sinistre.
Davvero patetico, ma anche pericoloso, questo governo!

martedì 23 marzo 2010

'Presidente, questo è per te'

In rete sta girando un video che mette in luce tutte le bugie di Berlusconi sulla questione delle liste Pdl escluse nel Lazio. Il video è ben fatto, nel senso che ad ogni affermazione di Berlusconi consegue una smentita ben documentata. Naturalmente invito i lettori a seguire il video, magari sino alla fine, poiché l'autore in chiusura ha pensato di inserire il finale dell'inno 'meno male che Silvio c'è'. Ed è di questo finale che voglio parlare (molto brevemente), perché non lo avevo mai visto e forse è il caso di rivelarne il messaggio visivo rivolto a Berlusconi.
Sulla frase cantata dal coro ('Presidente, questo è per te, meno male che Silvio c'è'), la cinepresa svela la location: il quartiere EUR di Roma, con il Palazzo della Civiltà Italiana ('colosseo quadrato'). Il quartiere dell'EUR (Esposizione Universale Roma) è stato concepito nel 1936 e doveva servire per celebrare anche il ventennale fascista della marcia su Roma (1922-1942). Coincidenza? Proprio no! La cinepresa montata sul dolly riprende anzitutto il coro dall'alto, poi, esattamente sul 'presidente, questo è per te', si abbassa per far emergere dallo sfondo il palazzo fascista che domina su quel coro, stagliandosi nel cielo azzurro. Immagine davvero simbolica (da propaganda moderna) e densa di infausto significato.
Scommetto che molti 'berluscominidi' non hanno colto... ma, in fondo, questo è un messaggio visivo destinato al fascista che sta governando l'Italia.
Io non riconsegno il terribile e triste passato fascista all'Italia. Io voglio consegnare Berlusconi alle patrie galere!

sabato 20 marzo 2010

Roma ha 70 milioni di abitanti

Roma, 20 marzo 2010. Manifestazione del Pdl. Dicono di essere un milione a manifestare in Piazza San Giovanni. Facciamola breve: vedete quel puntino giallo sotto l'indicazione rossa? Quella è Piazza San Giovanni in rapporto alla città di Roma. Fatte le debite proporzioni, se in quella piazza ci sono andate un milione di persone, vuol dire che Roma ha circa 70 milioni di abitanti. Azz... bisogna aggiornare tutte le informazioni demografiche e i libri di geografia.

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 20,45: la questura si pronuncia sui numeri. I manifestanti sarebbero 150 mila (ai quali io toglierei un 30% d'ufficio). La fine di Berlusconi.

venerdì 12 marzo 2010

L'Italia non è fuori dalla Storia

Da quando in qua i corruttori piduisti plurindagati chiamano a raccolta la gente nelle piazze? La Storia ci insegna che è la gente a chiamarsi a raccolta per scacciare i malfattori. E l'Italia non è fuori dalla Storia.
Da quando in qua i tiranni e i ducetti pensano di farla franca? La Storia ci insegna che prima rovinano i Paesi e poi fanno una brutta fine. E l'Italia non è fuori dalla Storia.
Da quando in qua i governi di destra parlano di democrazia, di popolo, di libertà? la Storia ci insegna che le destre odiano profondamente questi valori. E l'Italia non è fuori dalla Storia.
Da quando in qua per migliorare un servizio sociale bisogna strozzarlo togliendogli fondi e risorse umane? La Storia ci insegna che i buoni servizi sociali vanno promossi, aiutati, sostenuti, sviluppati. E l'Italia non è fuori dalla Storia.
Da quando in qua un Paese democratico e civile si riduce a scrivere leggi razziste? La Storia ci insegna che il progresso civile, sociale, tecnologico, si ottiene attraverso lo scambio di conoscenze tra culture diverse, qualunque esse siano. E l'Italia non è fuori dalla Storia.
La Storia ci insegna. Ma anche la logica e il buon senso!

mercoledì 10 marzo 2010

Le ri-forme

Avete fatto caso che nel dibattito politico ogni tanto salta fuori la frase 'e ora parliamo di riforme'? Ma scusatemi un attimo, ma il compito della politica non è sempre quello di fare le riforme per il Paese? Che senso ha dire 'e ora parliamo...'? Di cosa si parlava, invece, prima? Sì, è vero che qui non si fa altro che creare leggi ad personam (e intanto il Paese va a scata-fascio) e parlare di queste leggi, ma è proprio per questo che il titolo del post è 'Le ri-forme'. Cioè, qui mi sembra che più che fare riforme, si voglia invece dare una nuova forma allo Stato. Ri-formarlo, sovvertendo le regole e gli articoli della Costituzione.
Quando i politici parlano di riforme, non indicano mai IN CHE SENSO. Si butta lì la frase 'occorrono riforme', ma i politici non ci spiegano mai, nel dettaglio, i loro progetti di riforma. Caspita, qui finisce che devo sempre pensare a una presa per i fondelli e che alla fine (riforme o no) a rimetterci è sempre il popolo. Che pensieri che mi vengono! Ma quando vedo che anziché discutere dei bisogni della gente, si discute di come una legge debba essere fatta per agevolare Berlusconi, la mafia, le banche e gli industriali, allora penso di aver ragione nel dire che, tanto, nessuno farà mai veramente niente per noi e che ci stanno prendendo in giro da sempre.
Qui si vuole ri-formare lo Stato, altroché! Si vuole cambiare la Repubblica, impostare un nuovo assetto di volo con un solo pilota. E chi si oppone -invocando regole e giustizia- è considerato un criminale o una buona zavorra da lanciare dal portellone al momento voluto. Qui si vuole cancellare la democrazia, abolire i diritti che i nostri padri hanno conquistato nella lotta di resistenza partigiana, escludere i cittadini dalla cultura e dall'etica dell'onestà. Nuove forme costituzionali possono celermente prendere il posto dello Stato di diritto (se mai ce n'è stato uno). Alcuni parlano di golpe silenzioso. C'è da crederci.
Allora penso che le uniche e vere riforme da fare (semmai) siano quelle capaci di dare un autentico benessere al popolo, nonché il vero potere decisionale, un potere che nessuno mai gli dovrà togliere. Per fare questo bisogna pensare davvero al popolo, non ai guai di Berlusconi e a come fare per evitarli. Ma questo è un pensiero forse mai realizzabile, poiché sarebbe come dire al re di abdicare in favore dei suoi sudditi. Perché tali siamo, per tutti i politici!

giovedì 4 marzo 2010

La destra e il falso mito del maschio virile

Ad Angelo balducci piacciono gli uomini. Che c'è di strano? Nulla, se non fosse che Balducci è di destra, quella destra che ha da sempre inneggiato al mito del superuomo virile, maschio, potente, sciupafemmine. Quella destra che anche sul machismo ha costruito la sua propaganda. Tutte fregnacce! Eccolo il Balducci che chiedeva uomini, altri uomini. Lo chiedeva all'ex corista della Sistina. Vergogna? Beh, quelli di destra dovrebbero davvero nascondersi per la vergogna. Soprattutto quelli che si sono lasciati ingannare da una propaganda stupida, seguendo come scimmiette ammaestrate i petti in fuori dei galletti fascisti, ora dovranno capire (se capiranno) che sono stati miserevolmente ingannati. E a quelli che pensano che sia solo un caso, dirò: intanto 'questo caso' milita nel Pdl e da chissà quanto tempo Balducci ha questo vizietto. E poi... non siate così sicuri che sia l'unico caso. Se venisse fuori anche il nome del ministro...
Altra cosa, dove sono andati a finire quelli che hanno fatto a pezzi Piero Marrazzo? Si sono già nascosti dalla vergogna? Vigliacchi e falsi! Come sempre! Come vostra indole!

PS: Benito e Adolfo da lassù vi guardano. Ma voi ve ne fregate perché dite di essere cattolici, ma in realtà siete solo degli opportunisti incoerenti e fondamentalmente, profondamente, costituzionalmente ignoranti! Tornate nelle fogne!