mercoledì 10 marzo 2010

Le ri-forme

Avete fatto caso che nel dibattito politico ogni tanto salta fuori la frase 'e ora parliamo di riforme'? Ma scusatemi un attimo, ma il compito della politica non è sempre quello di fare le riforme per il Paese? Che senso ha dire 'e ora parliamo...'? Di cosa si parlava, invece, prima? Sì, è vero che qui non si fa altro che creare leggi ad personam (e intanto il Paese va a scata-fascio) e parlare di queste leggi, ma è proprio per questo che il titolo del post è 'Le ri-forme'. Cioè, qui mi sembra che più che fare riforme, si voglia invece dare una nuova forma allo Stato. Ri-formarlo, sovvertendo le regole e gli articoli della Costituzione.
Quando i politici parlano di riforme, non indicano mai IN CHE SENSO. Si butta lì la frase 'occorrono riforme', ma i politici non ci spiegano mai, nel dettaglio, i loro progetti di riforma. Caspita, qui finisce che devo sempre pensare a una presa per i fondelli e che alla fine (riforme o no) a rimetterci è sempre il popolo. Che pensieri che mi vengono! Ma quando vedo che anziché discutere dei bisogni della gente, si discute di come una legge debba essere fatta per agevolare Berlusconi, la mafia, le banche e gli industriali, allora penso di aver ragione nel dire che, tanto, nessuno farà mai veramente niente per noi e che ci stanno prendendo in giro da sempre.
Qui si vuole ri-formare lo Stato, altroché! Si vuole cambiare la Repubblica, impostare un nuovo assetto di volo con un solo pilota. E chi si oppone -invocando regole e giustizia- è considerato un criminale o una buona zavorra da lanciare dal portellone al momento voluto. Qui si vuole cancellare la democrazia, abolire i diritti che i nostri padri hanno conquistato nella lotta di resistenza partigiana, escludere i cittadini dalla cultura e dall'etica dell'onestà. Nuove forme costituzionali possono celermente prendere il posto dello Stato di diritto (se mai ce n'è stato uno). Alcuni parlano di golpe silenzioso. C'è da crederci.
Allora penso che le uniche e vere riforme da fare (semmai) siano quelle capaci di dare un autentico benessere al popolo, nonché il vero potere decisionale, un potere che nessuno mai gli dovrà togliere. Per fare questo bisogna pensare davvero al popolo, non ai guai di Berlusconi e a come fare per evitarli. Ma questo è un pensiero forse mai realizzabile, poiché sarebbe come dire al re di abdicare in favore dei suoi sudditi. Perché tali siamo, per tutti i politici!

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