C'è poco da stare tranquilli quando c'è di mezzo la scuola (altro mass-medium di regime). E infatti nulla sfugge al progetto pedagogico massificante del sistema. Anche le righe e i quadretti sui fogli delle scuole elementari insegnano a 'stare nei ranghi', mentalmente, col ricatto della punizione. Un bell'articolo a questo proposito lo potete leggere cliccando QUESTO LINK. Buona lettura e buona scoperta. Sigh.
martedì 6 agosto 2013
venerdì 2 novembre 2012
Ti spiego perché non voto, con qualche disegnino
Dice che siccome per colpa della delega stiamo navigando nella merda da 3000 anni, allora è meglio continuare a stare nella merda, perché, dice... "non è che non andando a votare si cambiano le cose". Ah bene, invece andando a votare le cose sono cambiate, vero? Lo dimostrino con prove imoppugnabili e concrete! Quindi per certe persone è meglio continuare a navigare nella merda per altri 3000 anni senza neanche provare a cambiare le cose, senza neanche tentare di uscire veramente dal millenario sopruso, fatto di sfruttamenti, di inganni e di promesse mai mantenute. Che schifo di servi! Il peggio! Se almeno non si lamentasserro sempre, dopo! Manco quello sanno fare per darsi una lievissima parvenza di dignità! Anzi, criticano pure chi non vota! Ci sono mille e mille motivi per non votare, mentre chi sostiene il voto non ha un solo straccio di motivo plausibile e umano, anche alla luce della storia mondiale (hanno fallito, lo sanno, e hanno l'ardire di venire a criticare chi vuole cambiare le cose). Allora, per quelli più cocciuti, "faccio qualche disegnino esplicativo" su uno dei motivi per cui è meglio non votare, anche se i governi possono farli lo stesso con una manciata di voti (tutto da dimostrare, poi).
Prendiamo il parlamento come immagine reale dell'oppressione del popolo
Facciamo che tutto il popolo (a parte una persona) creda nel voto, ed elegga i suoi rappresentanti a maggioranza, come nella foto sottostante, dove l'unico non votante è isolato dalla massa di pecore deleganti. Si avrà questo effetto.
Osserva ora l'immagine qui sotto e poniamoci la domanda: con chi pensi che quella persona non votante si senta più in grado (e più in forza) di costruire qualcosa? Con quelli che dicono "tanto non cambia nulla" e che quindi vogliono che non cambi nulla? O con quelli che vogliono cambiare davvero e si appropriano della dignità di persone?
Non è tutto, altra domanda: con chi avranno a che fare adesso i parlamentari e le polizie? Con una sola persona critica? Con una manciata di dignitosi e incazzati? O con una enorme massa cosciente che è perciò diventata una vera e forte opposizione? Io non voglio far parte dei pavidi e dei fossili servitori. Anche se un governo lo faranno lo stesso, io preferisco far parte di un popolo cosciente e critco, dinamico e operativo, dignitoso e rispettoso della propria libertà, responsabile di se stesso, che rifiuta il sistema mafioso, non lo legittima, e che ha l'ambizione e la volontà di cambiare veramente! E scusate se è poco, eh? E poi, da che parte ci sono più possibilità di cambiare? Nella parte degli inerti cronici? O nell'altra?
In poche parole, fra due situazioni in cui esiste un governo, io preferisco stare dalla parte in cui le persone sono coscienti, e non insieme a delle pecore obbedienti che professano il tristissimo e penosissimo "tanto non cambia niente". Abbiamo visto invece cosa cambia: la coscienza! Ed è solo uno dei motivi del non voto.
P.S.
Lo Stato è oppressivo per indole e vocazione. Lo Stato non ha mai dimostrato (né mai dimostrerà) di funzionare, né ha mai dato al popolo la pace che gli spetta, la libertà che gli hanno rubato, la giustizia che merita. Se lo facesse, nessun governo di Stato esisterebbe.
"Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare" (Mark Twain)
"Se votare facesse qualche differenza, non ce lo lascerebbero fare" (Mark Twain)
sabato 15 settembre 2012
operai del capitalismo o esseri umani?
Ma allora come mai, pur avendo le tecnologie diminuito migliaia di volte i tempi della produzione, l’orario di lavoro è rimasto più o meno inalterato? Come mai almeno una parte degli immensi profitti accumulati con i “nuovi ritmi tecnologici” non viene investita per dare meno lavoro a chi lavora ed un lavoro a chi non ne ha affatto? Chi ha interesse a mantenere inalterato lo status quo, come se ancora l’agricoltura fruisse dell’aratro trainato dai buoi e le fabbriche fossero legate alla manualità invece che modernizzate con le nuove tecnologie?
La risposta me l’ha data inavvertitamente un industriale del tondino, proprietario di un’immensa acciaieria a Brescia, un certo “Busi”.
Da allora mi sono chiesto cosa in realtà “ne consegue”, allorché un operaio può finalmente avvertire la propria dimensione di essere umano. Ne consegue forse il crollo dell’industria farmaceutica, in quanto la serenità e la gioia di vivere sarebbero sufficienti a mantenerlo in buona salute sempre.
O forse ne consegue il crollo dell’industria consumistica in quanto l’”operaio”, lavorando tre o quattro ore al giorno avrebbe un tempo da dedicare alla vita e spunterebbe in lui la pulsione creativa, trovando soddisfazione nella propria laboriosità senza dover recuperare alcuna frustrazione?
O la fine dell’industria basata sullo sfruttamento alla prostituzione, dato che in una comunità liberata dal giogo del lavoro e della necessità, gli incontri sarebbero sufficientemente spontanei da rendere orribile e assurdo un rapporto di meretricio.
O infine, facendo in modo che si lavori tutti una mezza giornata, crollerebbe a sua volta l’industria bellica dato che una condizione equa e serena di vita renderebbe ridicola qualsiasi ipotesi di conflitto?
E perfino il crollo dell’industria culturale, dato che col tempo nascerebbe una “cultura dei comportamenti umani”, assai più attraente di qualsiasi cultura “di evasione”?
Ah ecco dunque, forse, perché coloro che basano il loro potere su queste gigantesche industrie non vedono di buon occhio il progetto di una umanità rispettata e rispettosa della propria preziosità e grandezza, una umanità capace di godere la vita in tutta la sua estensione.
(Da "il genocidio invisibile" di Silvano Agosti)
Scarica "il genocidio invisibile"
- “Non pensa, caro Busi, che i suoi operai renderebbero di più lavorando mezza giornata invece che otto ore? Meno errori, meno incidenti, meno infiacchimento dei ritmi, maggiore entusiasmo produttivo?”
- “Sicuramente” risponde lui, “ma non sarebbero più operai!”
- “Cioè, azzardo io prudentemente, sarebbero degli esseri umani?”
- “Con tutto ciò che ne consegue…”, mi dice con franca ingenuità.
O forse ne consegue il crollo dell’industria consumistica in quanto l’”operaio”, lavorando tre o quattro ore al giorno avrebbe un tempo da dedicare alla vita e spunterebbe in lui la pulsione creativa, trovando soddisfazione nella propria laboriosità senza dover recuperare alcuna frustrazione?
O la fine dell’industria basata sullo sfruttamento alla prostituzione, dato che in una comunità liberata dal giogo del lavoro e della necessità, gli incontri sarebbero sufficientemente spontanei da rendere orribile e assurdo un rapporto di meretricio.
O infine, facendo in modo che si lavori tutti una mezza giornata, crollerebbe a sua volta l’industria bellica dato che una condizione equa e serena di vita renderebbe ridicola qualsiasi ipotesi di conflitto?
E perfino il crollo dell’industria culturale, dato che col tempo nascerebbe una “cultura dei comportamenti umani”, assai più attraente di qualsiasi cultura “di evasione”?
Ah ecco dunque, forse, perché coloro che basano il loro potere su queste gigantesche industrie non vedono di buon occhio il progetto di una umanità rispettata e rispettosa della propria preziosità e grandezza, una umanità capace di godere la vita in tutta la sua estensione.
(Da "il genocidio invisibile" di Silvano Agosti)
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martedì 11 settembre 2012
La mia dignità non è in vendita!
Non mi piegherò mai ai loro ricatti criminali, fanculo, voglio dignità per me stesso. Prendi il voto, ad esempio, mi dicono che sono libero di scegliere, libero di far cosa? Di mettermi la catena al collo da solo? Mi dicono: 'scegli pure, c'è questa merda e quest'altra merda, accontentati di quella che secondo te puzza meno'. Ma vaffanculo! Non voglio merde e neanche accontentarmi! Poi arriva sempre quello che dice 'sì ma c'è quella faccia nuova... guarda come parla bene'. Eccerto! anche Andreotti era una faccia nuova, e in quanto a retorica e promesse non era secondo a nessuno. Il problema è che non si vuol capire la storia di un abominio fallimentare e criminale che si chiama Stato. Come diceva Giordano Bruno? Ah sì, 'chiedere al potere di riformare il potere è un'ingenuità'.
Il metodo schiavista del sistema è sempre Stato quello, far credere che cambi qualcosa, regalare un'utopia con la parola 'speranza' sempre pronta e infiocchettata sul bancone, ancora e ancora, è così da secoli, ma è mai possibile che nessuno capisca che sono tutti corrotti e vampiri? Tutti! E chi non lo è ci diventa! E' gioco-forza! E i ricatti ignobili non si contano, come anche le ingiustizie e i crimini del sistema. Prendi l'Ilva di Taranto e scegli pure, sei 'libero', puoi scegliere se morire di cancro o morire di fame. Ah beh, grazie tante eh? Prendi il miliardario Marchionne, i sindacati e i ricatti ai lavoratori fiat, che se ci penso...! Porcamiseria, anche quella volta lo Stato ha goduto come un riccio, si è compiaciuto di sé, del proprio metodo. Prendi tutto lo Stato e scegli 'liberamente' se stare chinato a 90° tutta la vita facendoti spennare dai governi o andare a morire su una panchina con la buccia di banana appena raccolta dal cassonetto.
Eh no, non ci sto ad autoschiavizzarmi, sarà lo Stato a farlo come sta già facendo con tutti, saranno gli altri elettori a mettermi nella merda, ma da solo no, mai! La mia dignità non la vendo, non la seppellisco con un pezzo di carta al seggio elettorale. Stato, non ti riconosco, non ti cerco, non ti legittimo, ti ripudio, non ho bisogno delle tue leggi, sei tu il crimine legalizzato, e con i soldi che rubi al popolo ti costruisco ogni giorno la bara!
Il metodo schiavista del sistema è sempre Stato quello, far credere che cambi qualcosa, regalare un'utopia con la parola 'speranza' sempre pronta e infiocchettata sul bancone, ancora e ancora, è così da secoli, ma è mai possibile che nessuno capisca che sono tutti corrotti e vampiri? Tutti! E chi non lo è ci diventa! E' gioco-forza! E i ricatti ignobili non si contano, come anche le ingiustizie e i crimini del sistema. Prendi l'Ilva di Taranto e scegli pure, sei 'libero', puoi scegliere se morire di cancro o morire di fame. Ah beh, grazie tante eh? Prendi il miliardario Marchionne, i sindacati e i ricatti ai lavoratori fiat, che se ci penso...! Porcamiseria, anche quella volta lo Stato ha goduto come un riccio, si è compiaciuto di sé, del proprio metodo. Prendi tutto lo Stato e scegli 'liberamente' se stare chinato a 90° tutta la vita facendoti spennare dai governi o andare a morire su una panchina con la buccia di banana appena raccolta dal cassonetto.
Eh no, non ci sto ad autoschiavizzarmi, sarà lo Stato a farlo come sta già facendo con tutti, saranno gli altri elettori a mettermi nella merda, ma da solo no, mai! La mia dignità non la vendo, non la seppellisco con un pezzo di carta al seggio elettorale. Stato, non ti riconosco, non ti cerco, non ti legittimo, ti ripudio, non ho bisogno delle tue leggi, sei tu il crimine legalizzato, e con i soldi che rubi al popolo ti costruisco ogni giorno la bara!
domenica 4 marzo 2012
Non chiamate violenti quei servi ribelli
Ridurre tutto ciò che riguarda la libertà e i diritti del popolo a una questione di ordine pubblico, di violenza, di scontro, fa solo il gioco dello Stato per far sì che si alimenti la guerra fra poveri e si mistifichi ogni verità. E' come se, nel corso di una vita da automobilista sereno e impeccabile, si criminalizzi il pilota e la sua stessa esistenza per l'unico incidente che magari ha dovuto subire o che non ha potuto evitare. Chi invece si caratterizza per la violenza insita e connaturata è proprio lo Stato. Facile, per chi detiene il controllo dei media, far credere alla gente tutto il contrario di ciò che invece è, e in questo modo far accettare ulteriori leggi coercitive con l'ipocrita parolina 'sicurezza' che sa proprio di presa per il culo, perché tale è.
A me non sembra proprio che il popolo (in sé) abbia natura violenta, se così fosse il genere umano si sarebbe estinto da un bel pezzo, semmai il popolo può diventare violento se viene attaccato o oppresso da un'autorità, da un'istituzione. Gli episodi di 'violenza per difesa' non possono essere confusi con la 'violenza tout-court', non possono essere un marchio di fabbrica, un sigillo genetico apposto dalla Natura. Tu lascia il popolo libero di auto organizzarsi e di gestirsi la propria vita, libero di crearsi un contesto libero, e in quel contesto vedrai crescere individui che non avranno in testa alcun desiderio di dominio e non penseranno ad eleggersi capi e sovrani. Il mondo è progredito senza lo Stato soltanto grazie al mutuo appoggio, allo scambio di informazioni tra popoli, alla cooperazione. Non c'era violenza nel mondo prima dell'imposizione degli Stati (vedi Società gilaniche). Non è un caso.
Si dirà forse, pensando in modo superficiale, che nelle proteste si possono vedere atti di violenza gratuita e che questo dimostra che il popolo, o parte di esso, è violento. Quelli che pensano in questo modo dovrebbero fare il 'gioco del perché', fino a capire che se un sanpietrino vola nel cielo apparentemente senza motivo, è perché certe rabbie covano da tempo sotto il peso delle oppressioni, dei licenziamenti, dei maltrattamenti, dei soprusi, dei diritti rubati. Allora, tu prova invece a eliminare alla radice la causa principe di questi soprusi, e vedrai che non volerà mai nessun sanpietrino, anzi, non ci sarebbe neppure il bisogno di protestare. E contro chi? L'essere umano è nato per vivere, non per protestare, pensaci bene.
L'origine di ogni crimine è lo Stato. Lo dice la Storia. Tu non creare padroni, e di conseguenza non avrai servi, nel cui seno ve ne saranno sempre di ribelli per difesa, per diritto, per resistenza, per dignità, per amore dell'umanità e della libertà. Non chiamate quei servi ribelli 'violenti', anzi seguiteli. La vera violenza è altrove.
A me non sembra proprio che il popolo (in sé) abbia natura violenta, se così fosse il genere umano si sarebbe estinto da un bel pezzo, semmai il popolo può diventare violento se viene attaccato o oppresso da un'autorità, da un'istituzione. Gli episodi di 'violenza per difesa' non possono essere confusi con la 'violenza tout-court', non possono essere un marchio di fabbrica, un sigillo genetico apposto dalla Natura. Tu lascia il popolo libero di auto organizzarsi e di gestirsi la propria vita, libero di crearsi un contesto libero, e in quel contesto vedrai crescere individui che non avranno in testa alcun desiderio di dominio e non penseranno ad eleggersi capi e sovrani. Il mondo è progredito senza lo Stato soltanto grazie al mutuo appoggio, allo scambio di informazioni tra popoli, alla cooperazione. Non c'era violenza nel mondo prima dell'imposizione degli Stati (vedi Società gilaniche). Non è un caso.
Si dirà forse, pensando in modo superficiale, che nelle proteste si possono vedere atti di violenza gratuita e che questo dimostra che il popolo, o parte di esso, è violento. Quelli che pensano in questo modo dovrebbero fare il 'gioco del perché', fino a capire che se un sanpietrino vola nel cielo apparentemente senza motivo, è perché certe rabbie covano da tempo sotto il peso delle oppressioni, dei licenziamenti, dei maltrattamenti, dei soprusi, dei diritti rubati. Allora, tu prova invece a eliminare alla radice la causa principe di questi soprusi, e vedrai che non volerà mai nessun sanpietrino, anzi, non ci sarebbe neppure il bisogno di protestare. E contro chi? L'essere umano è nato per vivere, non per protestare, pensaci bene.
L'origine di ogni crimine è lo Stato. Lo dice la Storia. Tu non creare padroni, e di conseguenza non avrai servi, nel cui seno ve ne saranno sempre di ribelli per difesa, per diritto, per resistenza, per dignità, per amore dell'umanità e della libertà. Non chiamate quei servi ribelli 'violenti', anzi seguiteli. La vera violenza è altrove.
mercoledì 7 dicembre 2011
Bombe nucleari in Italia. Nessun governo le toglie, lo Stato li ringrazia.
Sono circa 200 le bombe gravitazionali B61, armi nucleari tattiche americane ancora attive, in Belgio, Germania, Italia, Olanda eTurchia. Si pensa che in Italia ce ne sia il numero maggiore. Anche se ritenute obsolete dal punto di vista tattico, le B61 rimangono ordigni pericolosissimi. Dal momento che gli Stati sono organismi che si riconoscono nelle armi e nelle guerre, i vari governi sono sempre accondiscendenti alla conservazione e alla proliferazione delle armi, in import e in export. Nessun governo ha rivelato il vero numero di queste bombe in Italia, la Francia si rifiuta di toglierle.
mercoledì 16 novembre 2011
Il censimento viola la tua privacy, ecco perchè.
Non esiste alcuna tutela della privacy in merito al censimento. Ormai è cosa certa. Ho scritto a infocens2011@istat.it e ho anche parlato con alcuni 'rilevatori comunali'.
I questionari vengono aperti già in sede comunale, le risposte vengono lette e registrate una ad una, poi inviate alla sede centrale. Gli addetti a tale esercizio di spionaggio (rilevatori comunali) sono persone residenti nel vostro stesso comune.
Passate parola. divulgate il link. Informate le associazioni dei consumatori, i sindacati, gli avvocati, chi volete voi.
Per info più dettagliate
I questionari vengono aperti già in sede comunale, le risposte vengono lette e registrate una ad una, poi inviate alla sede centrale. Gli addetti a tale esercizio di spionaggio (rilevatori comunali) sono persone residenti nel vostro stesso comune.
Passate parola. divulgate il link. Informate le associazioni dei consumatori, i sindacati, gli avvocati, chi volete voi.
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